Domanda: Alle manifestazioni della festa dei lavoratori sento spesso una canzone. Dicono che sia l’inno del primo maggio. Di cosa si tratta?

Durante le manifestazioni per la Festa dei Lavoratori del Primo Maggio (leggi qui perché si festeggia proprio questo giorno) si sentono cantare molte canzoni. Da “Guantanamera” a “Bella Ciao” (leggi qui la storia) a quella che è definita come la canzone inno del Primo Maggio.

FU SCRITTO DA PIETRO GORI

La canzone viene chiamata anche con altri nomi come “Vieni o maggio” o “Canzone del maggio” ed è un canto scritto da Pietro Gori sulla melodia del “Va, pensiero” di Giuseppe Verdi. La scrisse nel 1892 mentre era rinchiuso nel carcere milanese di San Vittore forse per celebrare i Fasci siciliani, il movimento siciliano che si tenne dal 1889 al 1894 e diffusosi fra proletariato urbano, braccianti agricoli, minatori e operai.

La canzone ebbe subito un grande impatto fra i lavoratori di tutto il mondo. In Italia, certo, ma anche negli Stati Uniti che in quegli anni erano pieni di immigrati italiani in cerca di fortuna. Ebbe successo anche a Chicago dove nacquero i fatti che poi hanno portato alla festa del Primo maggio.
Gori rappresentò l’inno del primo maggio anche come attore.

CHI ERA PIETRO GORI

Ma chi era Pietro Gori? Ernesto Antonio Pietro Giuseppe Cesare Augusto Gori nacque a Messina il  14 agosto 1865 ed è stato un intellettuale anarchico molto attivo politicamente. A 13 anni si trasferì con la famiglia a Livorno dove prima si unì ad una associazione monarchica per poi buttarsi nel mondo del movimento anarchico. Fu arrestato nel 1887 per un’epigrafe che ricordava i martiri di Chicago e che fu presa dalle autorità come un’istigazione alla rivolta nel porto di Livorno contro le navi statunitensi e alla Questura locale. Per questo caso, tra l’altro, fu anche arrestato una seconda volta nel 1889 con le accuse di “ribellione ed eccitamento all’odio fra le diverse classi sociali” e di “eccitamento allo sciopero e resistenza all’autorità”.

Nel 1889 pubblicò anche l’opuscolo “Pensieri ribelli” con lo pseudonimo di Rigo ma fu scoperto e fu arrestato di nuovo per “istigazione all’odio di classe“, anche se poi fu assolto. Questo caso spinse le vendite dell’opuscolo e Gori iniziò a farsi un nome.

Pietro Gori

Foto: Wikipedia

Poi si trasferì a Milano dove partecipò alla fondazione del Partito Socialista Anarchico Rivoluzionario e partecipò al congresso del Partito Operaio Italiano. Inoltre, tradusse il “Manifesto del Partito Comunista” di Karl Marx e Friedrich Engels. Anarchico e libertario, era critico nei confronti del socialismo riformista, ritenuto autoritario e parlamentarista e per questo si oppose alla fondazione del Partito dei Lavoratori Italiani, trasformatosi poi in Partito Socialista Italiano.

Le forze dell’ordine lo conoscevano bene e per questo, sistematicamente veniva arrestato quando si avvicinava la data del Primo Maggio e in una di queste occasioni scrisse l’Inno del Primo Maggio proprio nel carcere di San Vittore.

Dopo le leggi anti-anarchia del Governo Crispi (1894), Gori fu accusato di essere l’ispiratore dell’omicidio del presidente francese Sadi Carnot e quindi fuggì a Lugano dove comunque fu arrestato ed espulso: fu in questo momento che compose la sua canzone più famosa, “Addio a Lugano. Non si fermò in Italia e si trasferì in Germania, Belgio, Inghilterra, Canada e Stati Uniti dove tenne molte conferenze. Tornato brevemente in Italia per curarsi da una malattia, poi ripartì di nuovo verso la Francia e il Sudamerica dove si dedicò alla criminologia. Fu a Buenos Aires che si avvicinò alla Massoneria.

Nel 1902 tornò in Italia grazie ad un’amnistia e qui morì di tubercolosi nel 1911. A Portoferraio gli era stata dedicata la piazza principale fino al 2018. È sepolto nel cimitero di Rosignano Marittimo, anche se il suo monumento venne semidistrutto negli anni trenta da una squadra fascista. Poi è stato ricostruito.

L’INNO DEL PRIMO MAGGIO

Ecco il video della canzone:

E questo è il testo:

Vieni o Maggio t’aspettan le genti
ti salutano i liberi cuori
dolce Pasqua dei lavoratori
vieni e splendi alla gloria del sol
Squilli un inno di alate speranze
al gran verde che il frutto matura
a la vasta ideal fioritura
in cui freme il lucente avvenir

Disertate o falangi di schiavi
dai cantieri da l’arse officine
via dai campi su da le marine
tregua tregua all’eterno sudor!

Innalziamo le mani incallite
e sian fascio di forze fecondo
noi vogliamo redimere il mondo
dai tiranni de l’ozio e de l’or

Giovinezze dolori ideali
primavere dal fascino arcano
verde maggio del genere umano
date ai petti il coraggio e la fè

Date fiori ai ribelli caduti
collo sguardo rivolto all’aurora
al gagliardo che lotta e lavora
al veggente poeta che muor!

 

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