Domanda: Spesso mi capita di aver fatto qualche sbaglio ma sto zitto per non farmi beccare. Faccio bene?

«Ho sbagliato e me ne assumo la responsabilità». Chissà quando è stata l’ultima volta che ti sei trovata a dire questa cosa. Lo dici tutte le volte anche quando non dovresti? Non lo dici mai perché ti vergogni? Hai paura delle conseguenze? Partiamo da un presupposto: tutti, nessuno escluso, sbagliamo, anche chi non sbaglia mai (dice, e invece…), e quindi è normale trovarsi nella spiacevole situazione di dover chiedere scusa. L’importante è riconoscerlo e soprattutto imparare da questi sbagli! Vediamo come imparare a trasformare un errore in un successo.

SBAGLIANDO SI IMPARA

Nella maggior parte dei casi, il problema vero non è tanto lo sbagliare, quanto di avere la maturità e la coscienza di ammettere il proprio torto, e tanto più l’errore commesso ha causato problemi a chi ti è vicino o in un ambito per te importante, tanto più è importante e difficile dover chiedere scusaNon è sempre così, però. Ci sono persone che sanno imparare dagli errori, per le quali tutte le esperienze, anche quelle negative, hanno un aspetto positivo da cui trarre insegnamenti e per le quali un errore non pregiudica di certo il giudizio finale di una persona. Spesso queste persone sono quelle che ne escono meglio. Perché? Perché spesso si apprezza la maturità dell’assunzione della responsabilità. Sbagliare è umano, ammetterlo è da eroi, fare finta di niente o indicare qualcun altro come il colpevole, invece, è da codardi. 

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Chi è che non sbaglia mai?

IL PROBLEMA È IL “QUANTE VOLTE”

Un esempio? Una tua amica ti chiede di non parlare di una cosa che ti ha confidato e invece viene a sapere che tu l’hai detto, anche se con una persona con cui avete tutte e due molta confidenza, e lei giustamente si arrabbia con te. Ok, pensavi che non ci fosse nulla di male nel confidare ad un’amica comune una cosa che, tra l’altro, tu non reputi neanche così importante (per lei però lo è), ma la questione non è il segreto in sé, la questione centrale è che le hai mancato di rispetto alla tua amica!
Il modo migliore per recuperare è ammettere che hai sbagliato e imparare che in futuro una confidenza, sebbene per te riguardi una cosa di poco conto, è sempre una confidenza, e che mancare di sensibilità ti potrebbe far perdere un’amica vera!
Se questo fosse sempre vero, però, i rapporti umani non avrebbero mai delle crisi, non si direbbero mai frasi come «mi fai arrabbiare sempre per le stesse cose», e questo perché la realtà è più complessa. Tutto dipende dal “quante volte” commetti degli errori. Se lo fai una volta o raramente, allora ammettere l’errore è corretto, ma se sbagli spesso allora il discorso cambia perché potresti auto-affibiarti un’etichetta: sei quella che sbaglia.
Cosa comporta questo? Che ogni volta che spunterà fuori un errore la prima persona a cui penseranno sarai tu!

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Appunto, lo dice anche Sfera!

ERRARE È UMANO, MA PERSEVERARE È DIABOLICO!

Quindi, nessuno è infallibile e imboscarsi è da codardi, però è sbagliato anche accettare che lo sbaglio sia ammesso e che non puoi farci nulla. Certo che devi lavorarci! Devi capire se ci sono degli errori di impostazione della tua persona che diventano, per così dire, sistematici, e che alla fine si tramutano in parte integrante del tuo carattere, del tuo modo di essere. Perseverare in un atteggiamento di superiorità nei confronti degli altri, accettare che se sbagli ci sarà qualcuno che aggiusterà la cosa e che è meglio concentrarsi sul crearsi un’immagine da vincente piuttosto che sul concentrarsi nel fare le cose con attenzione, è sbagliato. È sbagliato perché non puoi reggere a lungo questo atteggiamento. Puoi salvarti una, due, dieci volte, ma prima o poi farai i conti con la realtà.

TRASFORMA L’ERRORE IN UN SUCCESSO

Continuare a comportarsi in modo errato e non accorgersene è un po’ come pretendere di suonare uno strumento senza imparare la teoria…. Le note usciranno, ma che dolore per le orecchie! Ecco quindi, 5 consigli per aiutarti a trasformare un errore in un successo.

  1. Allena la concentrazione: Siamo bombardati da mille distrazioni ed è normale che mentre stai lavorando ad un foglio di calcolo per un progetto tu possa sbagliare i numeri da inserire nelle varie caselle. È normale perché mentre fai questo stai pensando alla foto da postare sui social, a cosa mangiare stasera, al segreto che il tuo collega ti ha rivelato a pranzo… La concentrazione è come un muscolo, va allenata. Comincia con 5 minuti di orologio. Metti il timer e lo smartphone in modalità aereo. Pensa a fare solo il compito che stai facendo.
  2. Ammetti l’errore: Puoi far finta di niente o puoi uscirne alla grande. Chi ammette l’errore non è una sfigata, è una persona matura. L’importante è che aggiungi una frasetta: «È successo, lo ammetto, potevo stare più attenta, ma è successo. Però ho capito la lezione e non capiterà mai più».
  3. Il quaderno degli errori: In realtà ti capiterà tantissime altre volte e se non quell’errore specifico, sicuramente altri errori. Ecco perché è importante che tu abbia un quaderno/agendina/nota in cui scrivi l’errore che hai fatto e perché è successo. Sai bene perché è successo e non devi mentire a te stessa. Questa nota non la guarderà nessuno ma vedere quanti ne fai ti aiuterà a svegliarti.
  4. Fatti perdonare: Ammettere l’errore non basta, devi farti perdonare. Come? Puoi offrire il pranzo ai colleghi, puoi fare degli straordinari per rimettere le cose a posto, l’importante è che sia qualcosa che gli altri sappiano che tu farai per loro. Esempio: sbagli i calcoli e mandi tutto in tilt. Ammetti l’errore e poi, in silenzio, ti metti a lavorare a testa bassa fino a notte fonda senza considerare nessuno, schiacciata dal senso di colpa. Ecco, questo no. Quando ammetti l’errore aggiungi la frasetta: «Ho intenzione di non pesare su di voi e per questo rimarrò fino a tardi per recuperare». 
  5. Il barattolo degli errori: Prendi un vaso o un recipiente di vetro e inserisci 10, 20 o 50 euro a seconda della gravità dell’errore. Da oggi in poi, chi sbaglierà dovrà pagare questa cifra oltre al recuperare il problema. Poi con quei soldi potrete usarli come volete, deciderà l’ufficio intero.

 

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Foto: stevepb (Pixabay)