Il lutto si può affrontare in tanti modi. Si può far finta di niente e provare a ripartire. Ci si può massacrare di dolore continuando a ricordarci di quando la vita era bella eppure non ce ne accorgevamo.
Ognuno reagisce a modo suo, ma l’importante è capire cosa fare prima che questo capiti. Purtroppo, la morte esiste e non possiamo farci nulla. Possiamo, invece, fare molto quando siamo ancora in vita.

Per questo interviste come quelle di Marco Giallini sono fondamentali. L’attore romano ha perso la moglie nel luglio del 2011 per una improvvisa emorragia cerebrale sopravvenuta all’improvviso. Si stavano preparando per andare in vacanza, quindi un momento bello, e invece senza preavviso, è finito tutto.

«Il dolore era troppo. Il pensiero che lei rientri a casa da un momento all’altro dura due anni, poi, capisci che morire è prassi. Non a 40 anni. Non fra le mie braccia, mentre prendiamo le valigie per le vacanze. Ma non sono l’unico a cui è successo»

«Fare a meno è questione di testa, anche fare a meno delle menti dei bimbi non più chiare, del loro pensiero: vorresti sapere che pensano il giorno della festa della mamma o quando spegni la tv e quello, a 5 anni, strilla: “mamma mamma”. Il dolore? E che passa, ti dimentichi un po’ la voce»

La coppia aveva avuto due figli che Giallini ha cresciuto da solo insieme alla famiglia di suo cognato che si è trasferito al piani di sotto dove abita l’attore. Il lutto fu forte anche per loro che comunque hanno cercato di costruire la loro quotidianità. Più o meno.

I miei figli mi dicono ti amo. Quanti figli ti dicono: ti amo? Sono bravi. Il grande, una volta, mi disse: io l’adolescenza non l’ho avuta, mamma è morta che avevo 12 anni e non ho avuto nessuno da punire.

Anche il personaggio di Rocco Schiavone è vedovo ma “vede” ancora sua moglie, ci parla. E un po’ lo fa anche lui («Ci parlo ancora. Quando sto solo e qualcosa non va. Dico: “Eh amore mio…”»), ma quello che conta è che non ha alcun rimpianto su ciò che è successo prima, sul quanto hanno condiviso, sul loro rapporto durato «per 27 anni, non ci siamo mai lasciati e non abbiamo mai litigato. Lei era la donna mia e io il suo uomo. Nel mondo, quante ce ne possono stare di persone per te? Una».

Questo devono insegnarci le storie come quella di Marco Giallini: non dare mai nulla per scontato, ogni giorno deve essere una gioia avere la fortuna di avere la persona che amiamo al nostro fianco.

 

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Credit foto: Rocco Schiavone (Rai)

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