Le truffe sentimentali sono una vera piaga della società moderna dove sempre più persone se ne approfittano della fragilità altrui. Trasmissioni come “Chi l’ha visto?” o “Le iene” se ne sono occupate spesso, ma è con il caso di Pamela Prati del 2019 che tutti le hanno scoperte.
Ovviamente la Polizia ne è a conoscenza.

SONO TRUFFATORI ORGANIZZATI

Attenzione, non si parla di un singolo truffatore che sta nella sua casetta solo soletto. Quello è ciò che vediamo in trasmissioni come “Catfish”, spesso i troll sono così. Qui invece sono dei gruppi criminali ben strutturati spesso sedenti in paesi africani, in particolare in Costa D’Avorio. Qui alle persone viene insegnato l’italiano, si insegnano i mestieri della manipolazione psicologica, vengono raccontate loro le storie dei personaggi che dovranno interpretare con tutto il kit fotografico ecc.

Ci sono persone che sono arrivate a pagare anche 70.000 euro e volontariamente. Non c’è costrizione, i versamenti sono fatti in buona fede, con il cuore, perché non si sta “pagando”, si stanno prestando dei soldi a qualcuno con cui si passerà il resto della propria vita.

LO SCHEMA, È TUTTO STUDIATO A TAVOLINO

Solitamente, c’è uno schema che il truffatore segue:

  • LA SCELTA DELLA VITTIMA: Il truffatore sceglie la vittima studiandola sui social: la residenza, i contatti, le relazioni sociali, le abitudini, le preferenze e ricercando eventuali debolezze.
  • LA SCELTA DELLA STORIA: Individuato il bersaglio, il truffatore crea un account con contenuti idonei a destare la curiosità e l’interesse della vittima. Generalmente si presenta come uomo (a volte anche donne) che svolge una professione affascinante, avventurosa e pericolosa, particolarmente legata all’immaginario romantico (militari sia italiani che stranieri in missione, piloti, professionisti sempre in giro per il mondo ecc.).
  • IL PRIMO CONTATTO: Tutto parte da una richiesta di amicizia su Facebook, su un social network o su un sito di incontri online. Qui comincia uno scambio di messaggi che poi si sposta su app come Viber o WhatsApp dove la neo coppia può parlare liberamente.
  • LA CORRISPONDENZA: Una volta che la vittima ha abboccato, parte la corrispondenza di messaggi, incontri in video chat che assumono via via toni e contorni fortemente romantici e coinvolgenti. La vittima comincia a credere alle promesse e ai sogni di chi la sta corteggiando che invia anche foto e video a supporto di ciò che dice. Racconta la sua storia, tutto è credibile. Purtroppo è tutto inventato.
  • LE RICHIESTE IN DENARO: A un certo punto, il truffatore comincia a immaginare un futuro insieme, la vittima ci casca e inizia a programmare l’arrivo in Italia, fa sogni, pensa a un futuro in cui avrà finalmente ciò che ha sempre desiderato, l’amore. Invece è proprio in quel momento che arrivano gli intoppi: per vari motivi, il truffatore non può arrivare “a meno che” la vittima non invii dei soldi da pagare attraverso Western Union, Money Gram e Ria e bonifici postali inviati anche ad agenzie russe.

Solo in rari casi gli autori del reato si sono presentati fisicamente. Nel 2016 una donna si è vista raggirare così bene, anche fisicamente, arrivando a pagare circa 100.000 euro.

LE CARATTERISTICHE DELLE SCUSE

Tutti i “seduttori” hanno delle caratteristiche in comune:

  • Si trovano in uno Stato estero ed aver urgente bisogno di soldi.
  • Sono momentaneamente senza fondi a causa del blocco o smarrimento della propria carta di credito.
  • Hanno bisogno di costose ed improvvise cure mediche.
  • Hanno dei costi inerenti lo sblocco di denaro per l’acquisto della futura dimora comune;
  • Devono farsi pagare le spese di viaggio per il primo agognato incontro.

Ovviamente le scuse possono essere le più disparate e studiate ad hoc per la vittima.

COME DIFENDERSI

La Polizia Postale e delle comunicazioni consiglia di:

  • Ridurre l’esposizione sui social network di informazioni, affetti, situazioni familiari ed abitudini personali.
  • Ricevuto il primo contatto dallo sconosciuto utente verificare se i suoi contatti sono attivi e se intrattiene con gli stessi interazioni pubbliche.
  • Controllare se con quella medesima denominazione (nome e cognome o avatar) siano presenti profili su altri social network o informazioni in rete.
  • Inserire quale chiave di ricerca sui motori internet (Google immagini, Yahoo image search, ecc.) la fotografia di presentazione del profilo dell’interlocutore al fine di verificare se tale immagine sia stata reperita sul web e/o se sia associata ad altri profili con differenti denominazioni.
  • Se proprio si intende avviare un rapporto, farsi inviare, tramite e-mail, fotografie personali in contesti diversi, al fine di verificarne i metadati, le immagini caricate sui social media o trasmesse con altre modalità, per solito, perdono tali contenuti.
  • Diffidare delle richieste di denaro da parte di una persona che non si è mai incontrata personalmente, soprattutto se vengono richiesti trasferimenti di somme ingenti all’estero e con modalità non tracciabili.

COSA FARE SE HAI GIÀ PAGATO

Può succedere di aver pagato e poi farsi venire i dubbi. In questo è opportuno presentare immediatamente denuncia, premurandosi di cristallizzare (con screenshot o una semplice fotografia fatta con lo smartphone) le comunicazioni on-line con il truffatore (messaggi su social network, post pubblici ed e-mail) e documentare l’avvenuto trasferimento delle somme di denaro richieste dall’interlocutore.

Il senso di colpa e la vergogna NON devono mai essere un freno alla denuncia. Così come non bisogna lanciarsi in guerre e in vendette personali e solitarie. Bisogna denunciare. Non si va in guerra da soli, ci si va con un esercito, ovvero la Polizia.

LE ASSOCIAZIONI

Vi consigliamo alcuni indirizzi per avere un supporto.

Associazione ACTA  Lotta Cybercrime Contro Truffe Affettive

CERTfin

Diaction

Polizia di Stato

Psicologo di Strada

 

Foto: Masha Raymers (Pexels)

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