Domanda: «Ho sentito che c’è Youpol, app utile per denunciare casi di bullismo, spaccio e violenza sulle donne. È utile? Funziona davvero?»

Tutti vogliamo un mondo più giusto dove tutti dovremmo avere rispetto per il prossimo e dove droga e violenza non dovrebbero esistere. Purtroppo il mondo è diverso, ma non dobbiamo arrenderci. Dobbiamo lavorare tutti per costruire un mondo migliore. Come? Denunciando i casi di bullismo, spaccio di sostanze stupefacenti e di violenza domestica alle autorità competenti. Ora c’è un’app che è fondamentale avere sempre con noi che si chiama YOUPOL. Si tratta di un’app sviluppata dalla Polizia di Stato e che si aggiunge alle altre possibilità tradizionali, tra cui il numero 1522 per i casi di violenza di genere.

Si tratta di un’app molto importante perché ha caratteristiche essenziali:

• Chat (attivata dalla sala operativa ricevente): Permette all’ utente di interagire con la Polizia di Stato e sulla quale possono essere scambiati, in tempo reale, messaggi e file multimediali, come normalmente accade in un’applicazione di messaggistica istantanea.

• Segnalazioni: Si possono inviare video, audio, immagini e testo per denunciare casi di violenza, bullismo e droga.

• Geolocalizzazione: I contenuti sono trasmessi all’ufficio di Polizia in modalità geolocalizzata e consentono di conoscere in tempo reale il luogo e i dettagli degli eventi. La geolocalizzazione è a doppio senso: il segnalante può essere localizzato dalla sala operativa ma, allo stesso tempo, ha la possibilità di vedere quale sia l’ufficio di Polizia a lui più vicino.

• Differita: Le segnalazioni tramite file video, audio, immagini e testo possono essere inviati anche in un momento successivo con l’inserimento dell’ indirizzo del luogo in cui si è verificato l’ evento.

• Chiamare i soccorsi: Dall’app si può chiamare direttamente il N.U.E. 1 1 2 o, dove non presente, il 113 della questura.

• Anonimato: È possibile nascondere l’attività svolta con l’app. Questa nuova funzionalità è stata pensata principalmente per le vittime di violenza di genere. Nascondendo l’attività svolta, non rischiano di essere scoperte se qualcuno si impossessa del loro dispositivo elettronico per “curiosare”.

• Non solo i diretti interessati: Anche chi è stato testimone diretto o indiretto, ad esempio i vicini di casa,   può denunciare il fatto all’autorità di polizia, inviando un messaggio anche con foto e video.

LE RECENSIONI SUGLI STORE, YOUPOL FUNZIONA

Come per ogni app, anche Youpol ha le sue recensioni e a parte qualcuna che critica qualche malfunzionamento (ma sono recensioni vecchie, i problemi poi sono stati risolti con gli aggiornamenti), in generale c’è soddisfazione. In particolare questa recensione sul Google Play Store ci ha davvero colpito:

«App utilissima e funziona per le VERE segnalazioni, un operatore mi ha ricontattato chiedendomi ulteriori info ed hanno arrestato un criminale! Qualche difetto ce l’ha, potrebbero aggiornarla con altre tipologie di segnalazione e migliorando il rilevamento gps. Aggiornate la compatibilità con i display (dpi alti) più recenti altrimenti è impossibile caricare la foto. Buon lavoro agenti!»

Come abbiamo detto, come ogni app, anche Youpol ha qualche difetto, ma alla Polizia di Stato stanno lavorando molto per migliorare la situazione ogni giorno. E oggi Youpol è già molto utile.

L’app si può scaricare qui: Google Play StoreApple Store

UNO STRUMENTO FONDAMENTALE

Inizialmente Youpol era un’app per denunciare casi di spaccio e di bullismo, ma poi si è allargata anche ai casi di violenza di genere che già utilizza uno strumento utile come il numero 1522 o come l’app “Where are U” che ti permette di chiamare il Numero di Emergenza Europeo 112 (dove presente), inviando automaticamente i tuoi dati di localizzazione e le altre informazioni che hai incluso nell’app. Quest’ultima app, però, non è direttamente collegata alla Polizia di Statio ma alla AREU, l’Agenzia Regionale Emergenza Urgenza.

A presentare Youpol come strumento contro la violenza di genere è stata Valentina Picca Bianchi, imprenditrice nel settore del catering e presidente di Donne Imprenditrici Fipe, che a “Gente” ha detto:

«Saranno possibili interventi più mirati e tempestivi. Interventi necessari, sono i numeri a parlare. Durante il lockdown, nel mese di maggio 2020, la percentuale di donne che hanno chiesto aiuto in Italia è aumentata del 182,2% e nel primo trimestre del 2021 del 38,8%.
La violenza sulle donne e su tutte le vittime vulnerabili deve avere la precedenza. Si sta lavorando sempre di più in questa direzione. Prevenire vuole dire arrivare prima che sia troppo tardi»

 

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Foto: Polizia di Stato (Instagram)
Fonti: Polizia di Stato (2)