Domanda: Perché gli Ebrei e i Cristiani festeggiano in modo diverso la Pasqua? Non è la stessa cosa? Cosa rappresentano la Pasqua ebraica e quella cristiana?

Di primo acchito potrebbe sembrare che la Pasqua ebraica e la Pasqua cristiana sono la stessa cosa. In fondo si festeggiano più o meno nello stesso periodo e anche i simboli spesso sono gli stessi. Quindi? Qual è la differenza? Scopriamola insieme.

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COSA RAPPRESENTA LA PASQUA EBRAICA?

È diversa da quella Cristiana. La Pasqua ebraica si chiama Pèsach o Pesah. Questo termine Pesach parte dal capitolo 12 del Libro dell’Esodo. In questo libro si parla di quando Mosè a Aronne erano ancora in Egitto e il Signore gli disse che quello sarebbe stato il primo mese, l’inizio dell’anno, e diede loro alcune istruzioni. Ovvero:

• Il 10 di questo mese ogni Israelita deve procurarsi un agnello per famiglia, un agnello per casa (Es 12,3). Nel caso di famiglie piccole, queste avrebbero dovuto farsi ospitare dalla famiglia più vicina (Es 12,4).
• L’agnello deve essere senza difetti, maschio e di un anno. In mancanza di agnello, va bene anche un capretto (Es 12,5)
• Il 14 del mese l’agnello verrà sgozzato (Es 12,6) e si userà il suo sangue per fare un segno sugli stipiti delle porte delle case dove verrà mangiato (Es 12,7).
Indicazioni che poi Mosé spiegherà al suo popolo aggiungendo di usare un mazzetto di issòpo, intingerlo nel sangue raccolto nel catino e con questo fare il segno sugli stipiti delle porte (Es 12,22).
• Quella notte la carne dell’agnello verrà arrostita sul fuoco e mangiata con pane non lievitato e con erbe amare (Es 12,8). L’agnello non va mangiato né crudo, né bollito nell’acqua, ma arrostito sul fuoco insieme alla testa, le gambe e le interiora (Es 12,9). L’agnello va mangiato tutto. Se avanza, questo va bruciato al mattino (Es 12,10).
• L’agnello va mangiato con
la cintura stretta ai fianchi, i sandali ai piedi e il bastone in mano e in fretta! (Es 12,11).

Perché il Signore dà queste indicazioni? Perché «In quella notte io passerò attraverso l’Egitto e colpirò a morte ogni primogenito egiziano, sia fra la gente che fra il bestiame. Io, il Signore, farò giustizia contro gli dèi dell’Egitto! Ma il sangue sulle porte sarà un segno per far distinguere le vostre case. Io vedrò il sangue e passerò oltre; colpirò invece con il mio castigo l’intero Egitto, e a voi non succederà niente» (Es 12,12-13).

Questa è la Pasqua secondo il Signore nella versione Ebraica dove si festeggia il giorno in cui il Signore ha fatto uscire il popolo di Israele dall’Egitto ordinati come un esercito.

E tanto per essere chiari, è lo stesso Mosè a spiegare al suo popolo: «Osservate questo ordine come una legge! Varrà per voi e per i vostri figli, per sempre! Osserverete quest’usanza anche quando sarete entrati nella terra che il Signore ha promesso di darvi. Allora i vostri figli vi chiederanno: “Qual è il significato di quest’usanza?”. E voi direte loro: “È il sacrificio della Pasqua in onore del Signore, il quale, quando colpì gli Egiziani, risparmiò le case degli Israeliti e salvò le nostre famiglie”». (Es 12,24-27).

Il Libro dell’Esodo spiega anche come andò quella sera: A mezzanotte il Signore colpì effettivamente ogni primogenito degli Egiziani, a partire dal primogenito del faraone, compresi anche i primogeniti del bestiame. Fu una notte tragica per gli Egiziani visto che in tutte le case c’era un morto. In preda al panico, il Faraone convocò Mosè e Aronne e disse loro di andarsene portandosi via tutta la loro gente, i loro greggi e il loro bestiame.
Gli Israeliti sapevano che sarebbe successo (il Signore lo aveva detto di mangiare l’agnello ma vestiti e pronti alla partenza) e così partirono da Ramses in direzione di Succot. Erano circa 600 mila uomini a piedi, senza contare i bambini, oltre a una gran quantità di greggi e di bovini. Il viaggio durò 430 anni.

Terminato il viaggio, il Signore diede a Mosè e ad Aronne le prescrizioni per la celebrazione della Pasqua, ovvero che gli stranieri o i salariato non devono mangiare l’agnello pasquale con gli Israeliti. A meno che non sia circonciso, lui e tutti i maschi della sua famiglia. Lo stesso vale per lo schiavo comprato che potrà mangiarlo solo se sarà stato circonciso. L’agnello deve essere consumato in una sola casa, non si può portarne fuori la carne e non deve essere spezzato neppure un osso. È proibito che un uomo non circonciso mangi l’agnello della Pasqua (12,43-48).

IL CIBO DELLA PASQUA EBRAICA

I due principali comandamenti legati alla festa di Pesach sono: cibarsi di Matzah (pane non lievitato) e la proibizione di nutrirsi di qualsiasi cibo contenente lievito durante l’intero periodo della festività: esso viene chiamato Chametz
Quindi durante tutto il periodo di Pesach, non viene consumato cibo lievitato sostituendo il pane, la pasta e i dolci con le matzot ed altri cibi appositamente preparati senza essere lievitati.

COSA RAPPRESENTA LA PASQUA CRISTIANA?

La Pasqua cristiana ha un significato diverso e indica la resurrezione di Gesù, il passaggio dalla morte alla vita e quindi il passaggio a vita nuova per i cristiani, liberati dal peccato con il sacrificio sulla croce e chiamati a risorgere con Gesù.
Secondo quanto è stato tramandato nei Vangeli, Gesù è morto il venerdì precedente la Pasqua ebraica, che quell’anno cadeva di sabato (giorno che per gli ebrei inizia la sera del venerdì), ed è risorto il giorno successivo, in seguito chiamato Domenica. In particolare, il giorno della morte di Gesù corrisponde quindi alla sera del primo seder di Pesach, e quindi il 14 di Nisan, che quell’anno cadeva di venerdì. La Risurrezione quindi ha avuto luogo “il primo giorno della settimana”, ovvero la domenica immediatamente successiva alla Pesach.

La resurrezione è scritta chiaramente nei Vangeli:

«Passato il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l’altra Maria andarono a visitare il sepolcro» (Mt, 28,1).
«Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù» (Mc 16,1).
«Erano Maria di Màgdala, Giovanna e Maria di Giacomo. Anche le altre che erano insieme lo raccontarono agli apostoli» (Lc 24,10)
«Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand’era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro» (Gv 20,1).

 

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