Cos’hanno in comune Raffaello, Botticelli, Michelangelo con Banksy e con Ciro Cerullo, 30 anni di Quarto, noto a tutti come Jorit? Che tutti sono inseriti all’interno dei manuali di storia dell’arte per la quinta superiore.
Banksy e Jorit sono stati inseriti nel manuale perché considerati fra i migliori esponenti della street art, la forma d’arte che non usa tele per i suoi quadri, ma muri, serrande, tutto ciò che si trova nel mondo. Questa è la filosofia della street art: il mondo intero è una tela da dipingere.

Se tutti conoscono Banksy e le sue opere, però, non tutti conoscono i lavori di Jorit. O forse sì, solo che non sanno che dietro quei capolavori c’è proprio lui. È l’artista del ritratto di Maradona alto 15 metri del quartiere napoletano di San Giovanni a Teduccio, al San Gennaro nel centro antico, di quello di Yuri Gagarin a Onitsovo vicino Mosca, a quello di Gramsci di Firenze. Le sue opere sono sui palazzi di mezzo mondo, da Buenos Aires a New York, dal Cile alla Cina, dalla Tanzania alla Palestina, e chiunque voglia realizzare qualcosa di speciale lo contatta per una sua opera muraria. Hanno scritto su di lui le più grandi testate giornalistiche internazionali dal The Guardian alla BBC.

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Foto: JJ Merelo (wikicommons)

Come Banksy, anche Jorit realizza opere con un messaggio sociale. Dipinge personaggi che hanno lottato per i diritti civili o leader politici. La street art non è solo scritte e messaggi lasciati con lo spray sui muri, nel loro caso è arte. E l’arte che non manda messaggi e non fa emozionare, non assurge al suo compito. Ovvia la sua soddisfazione, riportata dal “Corriere della sera”:

«Sono emozionato e felice di finire in un manuale scolastico insieme a Banksy e Blu, due grandi maestri. Artisti schierati come lo sono anch’io, anche se l’arte deve sempre restare una spanna sopra la politica»

Giovanissimo (è nato il 24 novembre 1990) , ha cominciato prestissimo a farsi conoscere: le prime opere arrivano nel 2005 con una serie di graffiti realizzati a Napoli per poi girare il mondo per imparare tecniche e perfezionare il suo stile anche sfruttando le Yard (i depositi dei treni dove i writer dipingono in maniera illegale su di essi).
Dal graffitismo puro passa a uno stile diverso, più profondo e con sensibilità anche grazie al suo attivismo politico. Cominciano a parlare di lui anche critici e i musei organizzano delle mostre con le sue opere: il MACRO di Roma, il MAGMA e il PAN di Napoli, ma anche Londra, Berlino, Sydney ecc.
Una curiosità: nei suoi murales, Jorit nasconde delle scritte, parole e frasi che ampliano il significato delle opere.

Ecco una gallery con alcune sue opere:

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Foto: @jorit (Instagram)