C’è un aspetto che pochi conoscono ed è che Papa Giovanni XXIII ha davvero salvato il mondo dalla sua distruzione. Si era in piena “guerra fredda” fra Stati Uniti e Unione Sovietica e il 15 ottobre 1962 si era aperta la famosa “Crisi dei missili a Cuba”. Il 14 ottobre, infatti, un aereo americano U2 in volo di ricognizione aveva scoperto che dei missili russi erano stati installati a Cuba pronti per essere lanciati contro gli Stati Uniti insieme all’arrivo di navi sovietiche con a bordo delle testate nucleari. Il 22 ottobre il Presidente John F. Kennedy annuncia questa scoperta alla nazione e dispone un blocco navale a 800 miglia dall’isola ordinando agli equipaggi di prepararsi all’attacco. Nel frattempo i russi sembrano intenzionati a rompere il blocco

Cosa sarebbe successo? Un attacco nucleare sugli Stati Uniti avrebbe spinto gli stessi americani ad attaccare l’Unione Sovietica e si sarebbe entrati una terza guerra mondiale dagli effetti devastanti. 

Per fortuna subentra il Papa che il 25 ottobre alla Radio Vaticana lancia un messaggio in francese “a tutti gli uomini di buona volontà”: 

«Alla Chiesa sta a cuore più d’ogni altra cosa la pace e la fraternità tra gli uomini; ed essa opera senza stancarsi mai, a consolidare questi beni. A questo proposito, abbiamo ricordato i gravi doveri di coloro che portano la responsabilità del potere. Oggi noi rinnoviamo questo appello accorato e supplichiamo i Capi di Stato di non restare insensibili a questo grido dell’umanità. Facciano tutto ciò che è in loro potere per salvare la pace: così eviteranno al mondo gli orrori di una guerra, di cui nessuno può prevedere le spaventevoli conseguenze. Continuino a trattare». 

Il messaggio ha l’effetto sperato, la crisi rientra e si apre la strada a una trattativa che anche grazie all’apporto di Giovanni Paolo II porterà all’incontro fra Reagan e Gorbaciov, al disarmo e alla fine della “guerra fredda”.

 

© Riproduzione riservata.

Foto: De Agostini Editore (wikipedia)