CRISTOFORO GORNO: Chi è il divulgatore che fa amare la storia
Domanda: Sono un fan di “Cronache dall’antichità” e delle altre trasmissioni di Cristoforo Gorno ma non trovo nulla su di lui. Qual è la sua storia?la voglia di cultura è sempre più forte e non è un caso se questo genere sta crescendo mentre sta calando quello più legato al trash
I LIBRI DI CRISTOFORO GORNO
“Cronache dall’antichità”“Io Sono Cesare”“La spia celeste”:
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Tre libri scritti in modo preciso ma senza essere troppo pesante: ok, noi siamo dei fan di Cristoforo Gorno ma questi libri hanno passato anche il test di persone che non l’avevano mai sentito nominare e poi, dopo aver letto i libri, hanno iniziato a vedere i suoi show. Basta leggere le recensioni su Amazon con voti medi che sono di eccellenza. una bella idea per un regalo
I LIBRI PRECEDENTI
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“In me io mi salvo”:“La favola del cavaliere”:
I PROGRAMMI IN TV
Cronache dall’imperoCronache dal mitoCronache dal RinascimentoDal mito alla storiaRepubblica italiana 1849 Il problema è che li mandano in onda su RaiStoria in orari assurdi e su Rai Play sono messi senza un ordine logico






SE I PROFESSORI FOSSERO COME LUI
Gorno racconta la storia del passato, i personaggi, le battaglie, ma non lo fa come si fa a scuola, bensì come se fosse un fatto di cronaca di oggi. Per chi è abituato a professori del tipo «Aprite il libro a pag. 48, oggi spieghiamo le guerre puniche…» ecco qui trova tutt’altro. Non solo, anche chi è abituato allo stile di Alberto Angela o Roberto Giacobbo qui trova qualcosa di nuovo, di più vicino a noi. Per rendere l’idea, nell’introduzione al suo libro “Io Sono Cesare” parla di Cicerone che, riferendosi al giovane Giulio Cesare, “scrive nelle sue lettere che il ragazzo può essere manovrato e sarà lui a farlo”. E Gorno commenta:
Per inciso, il nome suo e del padre adottivo, Cesare, diventerà sinonimo di imperatore, Kaiser, Czar, mentre il nome di quello che voleva manovrarlo, Cicerone, diventerà sinonimo di “guida turistica”.
Soprattutto Gorno ha un pregio: sa essere chiaro. Ciò che racconta nella puntata di “Cronache dall’impero” relativa all’avventura di Annibale alla conquista di Roma, è qualcosa che tutti noi abbiamo studiato a scuola, ma per la maggior parte di noi fu solo un’altra lezione da imparare per prendere un voto sufficiente all’interrogazione. In pochi erano davvero interessati ai fatti. Gorno, invece, ti fa appassionare, ti racconta i sogni dei personaggi, le intenzioni, le paure, la quotidianità.
Nella puntata sulle Idi di marzo (l’assassinio di Giulio Cesare) ci mostra il punto esatto dove è stato ucciso, ci mostra il percorso che ha fatto da casa fino al momento dell’attentato. Così è tutta un’altra cosa.
E lo stesso accade con il viaggio e i pensieri di Plinio durante l’eruzione del Vesuvio, il rapporto fra Romolo e Remo e la nascita di Roma, i motivi per cui Clitennestra ha deciso di uccidere il marito Agamennone e come è accaduto il tutto, cosa si nasconde dietro la leggenda dei 300 soldati spartani nella battaglia delle Termopili e così via.
Tutti episodi raccontati con una semplicità come se stesse parlando di qualcosa accaduto oggi. Magari ad aver avuto un professore di storia così!
CRISTOFORO GORNO, LA BIOGRAFIA
Qual è il curriculum di Cristoforo Gorno? Intanto partiamo dal raccontare che non è uno storico, ma un autore tv che dopo anni di attività dietro le quinte di show di vari generi si è ritrovato nel mondo della cultura. Show importanti come “Gaia”, “Kilimangiaro” passando per “Impero”, “Atlantide”, “La macchina del tempo”, “La Gaia scienza”, “Il mondo che verrà” ecc. La sua formazione comunque è classica, come ha spiegato a “Mangialibri.com”:
«Mi sono laureato in lettere classiche, per la precisione in storia delle religioni del mondo classico, quindi in mitologia greca, che è la mia passione primaria. Dopo, più in generale, amo l’antichità»
Ha iniziato a lavorare in tv come autore nel 1992 dove arrivò quasi per caso:
«Non avevo certezze. Chissà cosa succederà, mi domandavo. Ma visto che a 23 anni mi mancavano ancora esami prima di dare la tesi, evidentemente non ero fatto per fare l’erudito: altri miei coetanei facevano già seminari alla Normale di Pisa, erano già alle prime pubblicazioni ufficiali. Allora, negli anni dell’espansione delle tv commerciali, ho pensato di iscrivermi a una scuola di cinema. Mi sono garantito una formazione serale. Ho iniziato a lavoricchiare per alcune case di produzione, poi per la Fininvest. E ho cominciato così a ingranare in questa direzione»
Lo ha spiegato a “Brescia Oggi” a cui ha raccontato anche come è arrivato a diventare conduttore:
«Questa è una storia curiosa… Ho fatto l’autore punto e stop per una vita. Anche di varietà, di programmi comici. Poi mi sono concentrato sui programmi di divulgazione. Direi da vent’anni a questa parte. Stavo preparando in Rai “Il tempo e la storia”, avevamo uno studio virtuale in cui il conduttore non si trovava bene, allora mi sono offerto e ho detto “Faccio da stuntman per una prova generale”. Ma la puntata zero è venuta talmente bene che il direttore di Rai Cultura Silvia Calandrelli mi ha chiesto un progetto. L’ho fatto, ed è nato “Cronache dall’antichità”. Un format che ha avuto successo e anche eredi»
Il suo è uno stile del tutto personale che meriterebbe molta più visibilità:
«Quando scrivo per la televisione cerco di fare sintesi. L’obiettivo è una forma di condivisione, non è certo far cadere le cose dall’alto. Il tono muscolare è allenato grazie alle trasmissioni: è l’abitudine di rivolgersi al pubblico senza dare niente per scontato, cercando di infilare nell’insieme del discorso informazioni particolari, non banali, che incuriosiscano lo spettatore come il lettore».
E ci riesce. Se non avete mai visto i suoi programmi, il consiglio è di rimediare subito.
LA SVOLTA NELLA SUA CARRIERA
La svolta è arrivata durante il periodo a La7: in precedenza, infatti, aveva lavorato a tanti progetti di vario genere, ma nei nove anni passati a La7 si è dedicato solo alla cultura:
«In Mediaset variavo, ma avevo fatto l’autore de “La macchina del tempo” e mi era molto piaciuto. Poi in Rai ecco “Gaia – Il pianeta che vive”. A La7 ho fatto solo documentari e negli ultimi anni in Rai ho preso questa via. Non mi sono più voltato indietro, non ho più cambiato. Faccio solo quello che sento appartenermi fino in fondo».
PER LUI, TUTTO È STORIA
Il fatto curioso è che molti pensano alla storia e subito si annoiano, poi magari si appassionano per un film o per una serie tv che usa uno schema o una trama basata proprio su quella storia. Ecco perché l’obiettivo di Gorno è quello di avvicinare la gente alla storia:
«Sono storie che ancora ci parlano, i primi testi che hanno improntato un modo di pensare. Il momento degli archetipi: Antigone che si ribella alla legge degli uomini per un principio più alto, Giulio Cesare prima vittima celebre di un complotto politico. In quelle vicende, la forza primigenia di figure mitologiche e storiche. Da Shakespeare ad ogni forma di teatro, da Goldrake alle saghe come Star Wars: l’Odissea è la madre un po’ di tutto».
Foto: cristoforogorno (instagram)
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