Gli angeli esistono.
A sentirla è una storia incredibile che ci fa mettere in discussione tutto ciò in cui crediamo e l’ha raccontata Lino Banfi a “I Lunatici” su Radio Rai Due. Tutto inizia quando era giovanissimo e in cerca della sua strada nel mondo dello spettacolo:

«Avevo 18 anni, nel 1954. A Napoli. Era il 24, stavo senza una lira. Noi attori disoccupati dovevamo pagare notte per notte per dormire da qualche parte, non si fidavano di farci credito. Io stavo lì, non sapevo se sarei riuscito a guadagnare i soldi per andare a dormire quella sera. Ero tristissimo, uno mi aveva dato un cappello da universitario, provavo a guadagnare qualcosa tra la gente, ma nessuno mi dava niente, andavano tutti di fretta. Feci poco. Contando i soldi mi resi conto che avrei dovuto scegliere tra mangiare e dormire»

All’improvviso arriva qualcuno che lo aiuta sia economicamente che moralmente:

«Passò un signore, Ciro, che faceva il posteggiatore abusivo. Mi chiese cosa stessi facendo, gli risposi che stavo contando i soldi. Mi invitò a casa sua, mi disse che dove mangiano in nove mangiano anche in dieci. Aveva otto figli. Mangiammo e bevemmo tantissimo. Mi fece dormire a casa sua, con i suoi figli. La mattina mi diede anche 1.000 lire per prendere il treno e tornare in Paese»

Fin qui tutto normale, è qualcuno che l’ha aiutato, ma…

«Sono tornato qualche anno dopo a Napoli per cercarlo, ringraziarlo e dargli un premio, un regalo. Però non l’ho più trovato. Nessuno sembrava conoscerlo e averlo mai visto. Un giorno un mio amico Cardinale mi chiese come mai continuassi a cercare questo Ciro a Napoli. Mi disse che non l’avrei trovato mai, perché quel Ciro era un angelo che scelse di salvarmi quella notte»

DOVEVA DIVENTARE UN PRETE

È stato uno dei grandi protagonisti delle commedie sexy di fine anni ’70 e il suo successo è proseguito anche dopo con film cult come “L’allenatore nel pallone”, giusto per citarne uno, e pensare che lui sarebbe dovuto diventare un prete:

«Nell’infanzia c’era la guerra, ero con i miei genitori in campagna per paura delle bombe (Lino Banfi è del 1936, ndr). Poi appena finita la guerra sono andato in seminario, a fare il prete. Sono uscito a 14 anni, non ho avuto modo di imparare a nuotare, di fare sport. Sarei dovuto diventare prete per nobilitare la razza Zagaria, così pensavano in qualche modo i miei genitori. A un certo punto mi hanno cacciato via»

REGOLA NUMERO 1: L’UMILTÀ

C’è un filo comune che unisce i più grandi artisti del mondo, l’umiltà. Sembra quasi che più si è in alto e meno ci si sente un Dio, e purtroppo capita l’opposto in chi ha raggiunto il primo accenno di successo e già guarda tutti dall’alto verso il basso. Lino Banfi non fa eccezione:

«Con il pubblico non si può più fingere, la gente lo capisce e lo recepisce se nel momento in cui gli dai la mano e la abbracci, la ami. Io amo il mio pubblico e gli sono grato per quello che fa per me. Ho abbracciato letteralmente tre generazioni, tutti mi vogliono bene ed è per questo che mi fermo sempre volentieri a parlare con tutti. Il mio ufficio stampa mi dice spesso che di persone come me, così devote ai fan, non ne ha mai viste e che rischio sempre di perdere aerei e treni fermandomi a fare foto con tutti. Qualche volta ho anche perso treni, ma ne ho sempre guadagnato in affetto».

I LIBRI CHE OGNI FAN DI LINO BANFI DEVE LEGGERE

Lino Banfi è uno degli attori comici più importanti di sempre e lo vediamo anche ora con la pubblicità di TIM VISION in cui interpreta il mitico personaggio di Oronzo Canà de “L’allenatore nel pallone”. I suoi film sono dei cult, ma anche la sua vita non è stata da meno e l’ha raccontata in un libro bellissimo ed emozionante che ogni fan dovrebbe leggere. Si chiama “Hottanta voglia di raccontarvi… la mia vita e altre stronzéte” (Mondadori, 8,49 euro cartaceo, 6,99 ebook). Un libro da leggere tutto d’un fiato per conoscere i retroscena privati e pubblici del grande Lino Banfi.

 

 

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Foto: Crixus 2015 (Wikicommons)