Domanda: Quali sono e come sono nate le tradizioni di Capodanno?

Perché a Capodanno si indossano la biancheria rossa? Perché si mangia il cotechino e le lenticchie? Da decenni le tradizioni di Capodanno ci accompagnano nei festeggiamenti dell’ultima notte dell’anno, ma perché proprio questi? Dove sono nate queste tradizioni? Cosa significano?
Vediamo:

IL 1° GENNAIO: Intanto spieghiamo che il Capodanno è una festa pagana visto che deriva dai festeggiamenti in onore del dio romano Giano. Prima si festeggiava il 1° marzo, poi l’introduzione del calendario giuliano promulgato da Giulio Cesare nel 46 aC ha spostato la data al 1° gennaio. In realtà non tutti quelli che hanno adottato il calendario giuliano lo ha festeggiato subito il 1° gennaio. Per dire, nel Medioevo in Inghilterra si festeggiava il 25 marzo, in Spagna era il 25 dicembre e in Francia era festeggiato il giorno di Pasqua. Un caos e così Papa Innocenzo XII nel 1691 stabilì che tutti lo festeggiassero il 1° gennaio.
Perché si fissò con il 1° gennaio? Perché in questo giorno si festeggia la Circoncisione di Gesù.

AULD LANG SYNE: È l’inno del Capodanno ed è una delle canzoni più famose di sempre. È una canzone tradizionale scozzese conosciuta anche come Valzer delle Candele o Il Canto dell’Addio perché oltre al Capodanno viene suonata spesso anche in caso di addii. È legata al Capodanno a partire dal 1929 quando il direttore d’orchestra Guy Lombardo iniziò a suonarlo alla radio e in tv nella trasmissione di fine anno. Un gesto eseguito per più di trent’anni.

IL BACIO SOTTO IL VISCHIO: Il bacio sotto il vischio è una delle tradizioni preferite dagli innamorati. È fra le tradizioni di Capodanno più antiche, partendo da una leggenda celtica secondo cui una volta c’era un troll dispettoso che la notte entrava nelle case della gente per baciare le donne addormentate. Una notte baciò la moglie di un mago che si vendicò imprigionandolo tra le bacche di un ramoscello di vischio appendendolo davanti alla porta e costringendolo a guardare le coppie baciarsi.
Rappresenta la nascita e la crescita di un nuovo amore che si avvia ad una vita insieme.

LA BIANCHERIA ROSSA: La leggenda narra che il rosso scaccia le streghe e le fatture che possono fare sulle persone, in particolare sulle loro parti intime e questo spiega perché è la biancheria che deve essere rossa. La tradizione deriva dall’antica Cina dove il rosso spaventa Niàn, la bestia divoratrice che a Capodanno esce dalle profondità marine per cibarsi degli uomini.

LA BIANCHERIA ALLA ROVESCIA: Non basta, però, indossare la biancheria rossa, va anche indossata al contrario la notte del 31 e nel verso giusto il giorno del 1° gennaio. Si indossa un giorno e poi va buttata via, non va indossata mai più.

UN VESTITO NUOVO: Secondo la tradizione, il primo giorno dell’anno dovremmo indossare almeno un indumento nuovo perché questo è di buon auspicio per un anno di novità.

LE LENTICCHIE: È fra i must delle tradizioni di Capodanno. Alcuni dicono che bisogna mangiarle perché “portano soldi”, ovvero prosperità e guadagni. La tradizione nasce dalla loro forma che è simile a quella delle monete. Altri, invece, legano la prosperità a quella del corpo perché le lenticchie favoriscono i transiti intestinali che sono simbolo di abbondanza.

IL COTECHINO O LO ZAMPONE: È il piatto di Capodanno per eccellenza e con le lenticchie forma una coppia che non può mancare nelle tavole dei cenoni. Perché? Perché si tratta di un insaccato che simboleggia la prosperità cui si ambisce per l’anno successivo: il maiale è sinonimo di sazietà e abbondanza (infatti i salvadanai sono spesso a forma di maialino) quindi allontana la fame. Secondo l’intellettuale ferrarese Antonio Frizzi nel 1772, il cotechino nasce a Ferrara mentre lo zampone nasce a Modena (a quei tempi si chiamava zampetto). Di quest’ultimo si hanno notizie nel XVI secolo a Mirandolo dove durante l’assedio di Giulio II si decise di macellare tutti i suini per evitare che finissero nelle mani dei nemici. Poi conservarono queste carni nel budello di cotenna.
Scopri qual è la differenza fra Cotechino e Zampone.

IL MELOGRANO: Non tutti le mangiano a Capodanno, anzi, c’è chi le mangia d’estate, ma andrebbe fatto nell’ultima notte dell’anno perché è un simbolo di fertilità e di buona sorte. Questo già nel passato: i persiano la consideravano un simbolo di invincibilità e la sua forma con i chicchi dentro sembra uno scrigno che racchiude un tesoro. Inoltre la buccia dura sembra come una protezione dai problemi che arriveranno durante l’anno.

L’UVA: È un’usanza spagnola. Chi riesce a trovarla in questo periodo, dovrebbe mangiarne dodici chicchi a mezzanotte che dovrebbero garantire il successo dei dodici mesi successivi.

LA PORTA APERTA: In Russia c’è l’usanza di aprire la porta appena scoccata la mezzanotte, in modo da far entrare l’anno nuovo in casa.

LE FINESTRE APERTE: È più diffusa, invece, la tradizione beneaugurante di lasciare le finestre aperte a mezzanotte (e per il Covid va bene anche durante il cenone): per la verità le finestre dovrebbero essere aperte in una stanza buia per scacciare l’energia negativa accumulata nell’anno mentre chiudere le finestre di una stanza illuminata tratterrebbe la fortuna accumulata.

I BOTTI DI FINE ANNO: Sono una delle piaghe di Capodanno perché causano molti incidenti e spaventano i nostri animali. Però è una delle usanze tipiche e questo nasce dall’idea che facendo tanto rumore si scaccino via gli spiriti maligni.

IL SACCHETTO DI SALE: È un’usanza irlandese quella di regalare un sacchetto di sale agli amici perché è di buon auspicio, un po’ come si fa quando si viene invitati nella nuova casa di qualcuno. Per la verità, in Irlanda c’è anche l’usanza di lanciare una pagnotta di pane contro il muro.

ROMPERE E BUTTARE LE COSE VECCHIE: L’idea di “buttare le cose vecchie” è stata resa celebre da una scena di un film di “Fantozzi” in cui la notte di Capodanno la sua auto veniva distrutta da un elettrodomestico rotto buttato da una finestra. L’atto del distruggere è simile al fare rumore: servirebbe a scacciare gli spiriti maligni.
Non solo, serve anche a liberare spazio per accogliere il nuovo che arriverà nell’anno.

 

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Foto: Popo le Chien (wikicommon)