Domanda: Al supermercato vedo alcune persone che sanno come leggere le voci dell’etichetta sulla bottiglia. Qual è il significato dell’etichetta dell’acqua?

Si fa presto a dire “compra una bottiglia d’acqua”. Vai al supermercato e ti trovi di fronte a pareti intere di acqua. Diciamo la verità, molti di noi acquistano o quella che costa di meno o quella che ci ricordiamo perché abbiamo visto migliaia di spot pubblicitari di una marca piuttosto che di un’altra. Ci ricordiamo la musichetta, il pupazzetto e scegliamo quella. Facciamo bene? No, perché sarebbe il caso di leggere prima l’etichetta. Ok, ma qual’è il significato dell’etichetta dell’acqua in bottiglia?

COSA GUARDARE NELL’ETICHETTA DELL’ACQUA

Capire il significato dell’etichetta è fondamentale perché ci rivela cosa si trova all’interno della bottiglia. Prima di essere commercializzata, infatti, le acque devono essere analizzate da un laboratorio autorizzato che determina la composizione dell’acqua, i valori dei sali minerali e la presenza di sostanze che possono essere anche nocive per il nostro organismo. Il suo contenuto è stabilito dal Decreto Legislativo n. 176 dell’8 ottobre 2011, in attuazione della direttiva europea 2009/54/CE.

IL SIGNIFICATO DELL’ETICHETTA DELL’ACQUA IN BOTTIGLIA

È vero, a volte i valori sono scritti talmente piccoli che servirebbe una lente per leggerli e forse si farebbe comunque fatica. È importante, però, conoscere i valori di un’acqua perché l’acqua è un elemento fondamentale per il nostro organismo e visto che bisogna berne molta (circa 2 litri al giorno), soprattutto d’estate, è bene scegliere quella giusta.
Il problema è conoscere il significato dell’etichetta dell’acqua, o meglio, il significato delle voci presenti sull’etichetta. Allora, lo vedremo, intanto va detto che le etichette (o la bottiglia), dovrebbero indicare:

– Tipo di acqua: “acqua minerale naturale”, “acqua minerale oligominerale” ecc.
– L’eventuale aggiunta: “anidride carbonica” o “effervescenza naturale”.
– Provenienza: Il nome, la sorgente e il luogo geografico di provenienza
– Le analisi: Il nome del laboratorio che ha effettuato le analisi chimiche e chimico-fisiche e la data di questi esami
– La scadenza: Le modalità di conservazione e il tempo minimo (di solito sul tappo o sulla parte alta della bottiglia)
– L’espressione “acqua microbiologicamente pura”: Significa che l’acqua minerale non contiene alcun microrganismo pericoloso per la salute. L’acqua minerale è microbiologicamente pura in virtù della sua caratteristica più importante: a differenza dell’ordinaria acqua potabile è pura all’origine.

PARTIAMO DALLA BASE

• COS’È IL “RESIDUO FISSO A 180°”?: La quantità di sali minerali disciolti in un litro d’acqua. È ciò che rimane dopo evaporato un litro di acqua alla temperatura di 180 °C. Questo residuo è ciò che permette di classificare le acque minerali in modo da scegliere quella più corretta al singolo caso. La classificazione prevista dal Decreto Lgs. 105/92 è la seguente:

– Minimamente mineralizzata: < 50 mg/L. È quasi priva di sali minerali. È un’acqua leggera e ha proprietà diuretiche e favorisce la diuresi e l’espulsione di piccoli calcoli renali.
– Oligominerale o leggermente mineralizzata:  tra i 50 e i 500 mg/L. Iposodica, è ideali per essere bevuta a tavola ogni giorno. Tra i vari benefici quest’acqua ha anche un’ottima azione diuretica. In Italia queste sono quelle maggiormente diffuse (oltre il 61%).
Mediominerale: tra 500 e 1500 mg/L: Non esiste nella classificazione di legge che salta questo range. Però viene comunque considerata e vista la presenza di sali minerali è solitamente indicata per gli sportivi, specie nel periodo estivo. È bene comunque sentire prima il proprio medico.
– Ricca di sali minerali: > 1500 mg/L. È terapeutica ed è meglio assumerla solo sotto consiglio medico: bisogna prestare molta attenzione al suo utilizzo. Infatti solitamente si acquista in farmacia. Di solito in questa etichetta può essere inserita una dicitura che specifica il minerale presente in quantità maggiore.

• COSÈ IL “PH DELL’ACQUA”? È il livello di acidità dell’acqua che va da 0 (massima acidità) a 14 (massima basicità). Il pH dell’acqua distillata e priva di anidride carbonica disciolta è di 7: questa è la condizione di neutralità, meno di 7 indica una condizione di acidità (leggermente acidule), superiore di 7 indica una condizione di basicità (depurative e idratanti). Di solito nelle acque è tra 6,5 e 8. Quando c’è anidride carbonica, l’acqua è acidula perché questo gas si scioglie in acqua come acido carbonico.

• COS’È LA “CONDUCIBILITÀ ELETTRICA” DELL’ACQUA? Varia a seconda delle sostanze presenti perché i sali presenti nell’acqua sono in forma ionica (dotati di una o più cariche elettriche) e quindi questo valore dà un’indicazione approssimativa del contenuto di sali disciolti. Un’acqua “pura” (ad esempio, distillata) ha una conducibilità bassa (circa 1 microsiemens per cm, rappresentato come µS/cm), ma qualsiasi acqua è composta da sali e altri componenti e per questo nella maggior parte varia da 100 a 700 µS/cm.

• COSA SI INTENDE PER “TEMPERATURA DELL’ACQUA ALLA SORGENTE”? Indica la temperatura dell’acqua prima che venga imbottigliata. Di solito è compresa fra 6 e 12°C. Temperature più calde non sono indicate per l’uso umano.

• COS’È LA “DUREZZA” DELL’ACQUA? Si riferisce alla quantità di Calcio e Magnesio che c’è nell’acqua. Di regola, un’acqua dura ha un sapore più forte che può non piacere. Più il valore è alto e più è un’acqua calcarea. È espressa in gradi francesi (F°). Non c’è un riferimento, ma un intervallo consigliato fra 15 e 50 °F. Quindi:

Acque leggere o dolci: inferiore a 15 F°
Mediamente dure: tra 15 e 30 F°
Acque dure: superiore a 30 F°

I COMPONENTI PRINCIPALI

Ora passiamo a capire il significato dell’etichetta nei componenti principali di un’acqua che sono sodio, potassio, calcio, magnesio, cloruri, solfati e bicarbonati. A volte ci sono anche i nitrati che sarebbe meglio fossero, nel caso, pochi.

• CALCIO: Le acque con molto calcio possono provenire da rocce come calcari (carbonato di calcio) e dolomie (carbonato doppio di calcio e magnesio). Di solito i valori sono fra 50 mg/L e 150 mg/L: se è superiore a 150 mg/L abbiamo un’acqua “calcica” che può essere consigliata in gravidanza o in età avanzata per combattere l’osteoporosi.
Il calcio è un elemento necessario per il nostro organismo e non sempre si riesce a raggiungere la quantità quotidiana raccomandata attraverso la dieta, quindi un’acqua con molto calcio può integrare questa mancanza e per questo non va condannata a prescindere, dipende.

• SODIO: Si trova nelle acque perché il sodio è uno dei costituenti base di molti tipi di rocce. Il sodio è fondamentale per il nostro metabolismo (fabbisogno quotidiano di circa 4 g) ma nella nostra dieta solitamente già mangiamo cibi ricchi di sodio e di base dovremmo limitarlo. Il sodio contenuto nell’acqua, però, non è molto: anche bevendo due litri di un’acqua con un residuo fisso molto alto con 100 mg/l di sodio introdurremmo 200 mg di sodio che è la metà di quanto ne contiene un pacchetto di cracker salati. Certo non aiuta, ma per ridurre il sodio è meglio ridurre cibi che ne contengono molto.
Diverso è il discorso per le persone affette da malattie cardiovascolari che dovrebbero stare attenti alla quantità di sodio.

• POTASSIO: Tipico nelle rocce magmatiche o argillose. La quantità raccomandata di potassio è di circa 3 g al giorno e solitamente l’acqua ha una concentrazione molto bassa (si parla di pochi mg/L), quindi non ha un carico fondamentale sulla quantità quotidiana, anche se dipende dalla persona: chi ha problemi renali dovrebbe ridurlo.

• MAGNESIO: È tipico nelle acque che hanno un lungo tempo di residenza in acquiferi costituiti da sabbie e ghiaie contenenti dolomia o da ofioliti (rocce vulcaniche formatesi in ambiente marino). Il riferimento è di 50 mg/L, se supera questo valore allora l’acqua è definita “magnesiaca” che a volte viene scelta per la prevenzione dell’arteriosclerosi. Un’elevata presenza di magnesio può avere proprietà purgative. La richiesta dell’organismo è di 300 mg di magnesio al giorno.

• CLORURI: Presenti nelle acque fluviali, lacustri e sotterranee. Valori superiori a 200 mg/L definiscono le acque come “clorurate” e facilitano la secrezione gastrica.

• SOLFATI: Presenti nelle acque fluviali, lacustri e sotterranee. Valori superiori a 200 mg/L definiscono le acqua come “solfate”. Valori elevati di Solfati e Magnesio possono avere effetti lassativi.

• FLUORURI. È fondamentale nel corpo umano, in particolare nei denti e nelle ossa, ma quantità elevate possono essere nocive causando delle chiazze scure sui denti o una alterazione del processo di calcificazione delle ossa. Nelle acque di acquedotto c’è un limite di 1,5 mg/L, limite che non c’è nelle acque minerali. Se però contengono più di 1 mg/L allora devono scrivere “Fluorata” o “Contenente Fluoro”.

• NITRATI: Sono presenti per fenomeni naturali (es. la pioggia che entra nel suolo) o per conseguenza di attività umane (es. uso di fertilizzanti). Bisogna fare attenzione perché possono essere pericolosi, soprattutto in alcuni soggetti (come i più piccoli). La quantità raccomandata dev’essere inferiore a 45 mg/l per gli adulti e di 10 mg/L per i più piccoli.

• NITRITI: Associati ai Nitrati. Bisogna capire bene: i nitrati sono normalmente presenti nelle acque, anche in quelle potabili, oltre che in molti alimenti e di per sé non sono tossici: solo se convertiti in nitriti possono combinarsi con altre sostanze e formare composti che sono ritenuti cancerogeni. I nitriti sono indicatori di inquinamento che devono essere presenti sotto il limite indicato dalla normativa (il limite massimo consentito è 0.02 mg/L). Sarebbe meglio se non ci fossero.

• BICARBONATO (IDROGENOCARBONATO): È nelle acque perché deriva dalla dissoluzione di rocce calcaree, dolomitiche o silicatiche. Le etichette devono riportare la scritta “Contenente bicarbonato” quando l’acqua contiene valori superiori a 600 mg/L. Queste acque possono facilitare la digestione.

ELEMENTI IN TRACCIA: Sono elementi presenti in minime quantità come litio, bario, stronzio (sempre presenti nelle acque naturali), ma anche metalli pesanti come piombo, cadmio, nichel, mercurio ed altri. Ci possono essere elementi essenziali per l’organismo umano (es. componenti di enzimi) o tossici e per questo vanno analizzati.

 

AVVERTIMENTO: Queste sono indicazioni per capire di cosa il significato dell’etichetta delle acque in bottiglia, ma il nostro consiglio è di consultare il proprio medico e valutare la propria situazione medica prima di scegliere un’acqua piuttosto che un’altra.

 

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Fonti: Arpat Toscana, San Pellegrino, Gruppo CAP, Airc, Fondazione Veronesi