Domanda: Ho sentito parlare di alcune fobie nate dall’abuso degli smartphone. È vero? Esistono davvero? Cosa è la Nomofobia? E il Vamping? E il Phubbing?

Siamo diventati un tutt’uno con lo smartphone a cui deleghiamo molte funzioni della nostra quotidianità. Se questa delega diventa ossessione, però, nel senso che non possiamo stare senza oppure andiamo in astinenza, allora siamo di fronte alla nomofobia (dall’inglese “no mobile fobia”) che è la forma più estrema di dipendenza. 

È una delle tre nuove fobie legate alla dipendenza dallo smartphone. Ci sono anche:

  • Vamping: Il restare al telefono fino a notte fonda come se fossimo dei vampiri.
  • Phubbing: Quando non ci si interessa alla persona reale che si ha accanto ma si è più presi dalle persone con cui chattiamo sui social.

COSA È LA NOMOFOBIA?

La nomofobia è quella sensazione di angoscia e disperazione quando siamo senza smartphone per i più disparati motivi: perché è scarico, lo abbiamo perso, non si avvia o perché siamo costretti a spegnerlo. Il termine è stato coniato nel 2008 per uno studio britannico commissionato a YouGov e indica una persona che controlla in modo compulsivo le email, i social, le notifiche, i messaggi e che non se ne stacca mai, neanche quando mangia o quando è ora di andare a letto.

Quando la situazione è grave sarebbe bene consultare qualche specialista perché ok il mondo dei social, ok l’accettazione sociale per cui ci sembra di esistere soltanto se abbiamo un pubblico (i followers), ma il mondo reale offre molto più.

giphy

COME DISINTOSSICARSI

Possiamo anche fare qualcosa per disintossicarci, ad esempio imporci di separarci dallo smartphone per un po’, mettere la modalità silenziosa o quella aerea, possiamo disinstallare le app che abbiamo scaricato per noia o perché una volta avevamo una curiosità ma che poi alla fin fine sono inutili. È importante porci dei limiti per ricordarci che siamo noi che usiamo lo smartphone, non è lo smartphone che usa noi.

17 DOMANDE PER CAPIRE SE SEI SCHIAVO DELLO SMARTPHONE

Ecco alcune domande che dovrebbero farci riflettere:

1) Vai nel panico quando pensi di averlo smarrito, quando ti accorgi che è scarico o quando esci di casa e ti rendi conto di averlo lasciato sul comodino e di non averlo con te? 

2) Quando vai in un posto cerchi sempre una presa disponibile per la ricarica?

3) Quanto tempo passa dalla sveglia al primo controllo delle notifiche?

4) Cosa porti in bagno? Un libro, un cruciverba o lo smartphone?

5) Usi una copertina impermeabile per controllarlo anche quando fai la doccia o il bagno?

6) Quante volte controlli le notifiche?

7) Riesci a staccare quando vuoi? Oppure senza che te ne accorgi, passi ore a chattare o a giocare online fino a notte fonda?

8) Usi il cervello per fatti semplici come ricordare una parola o la trama di un film o per fare un calcolo matematico, oppure deleghi tutto allo smartphone?

9) Fai sport solo perché hai lo smartphone che ti dice quanto ne hai fatto?

10) Fai sport solo perché hai la notifica sullo smartphone che ti dice che è ora di farlo?

11) Vai a cena e passi più tempo a chattare o a controllare le notifiche piuttosto che a parlare con i tuoi commensali?

12) Vai a un concerto o al cinema o a teatro e soffri per non poter fare il “second screen”, ovvero commentare online mentre guardi lo show?

13) Quanto tempo resisti a non controllare lo smartphone quando cammini o quando guidi un’auto?

14) Quante pagine di un libro riesci a leggere o a studiare prima di riaccendere lo smartphone?

15) Quando sei in intimità con il tuo partner, stai pensando a quel momento o a come puoi raccontarlo in giro? 

16) Quanto tempo impieghi per l’editing di una foto o per scrivere un post sui social? 

17) Dopo quanto tempo controlli le notifiche per vedere se qualcuno ha risposto a un tuo post o a un tuo commento?

 

© Riproduzione riservata.

Foto: Mikhail Nilov (Pexels), Giphy