Pochi ne sono a conoscenza, purtroppo, e molti genitori si accorgono solo quando i fatti sono già accaduti che la loro figlia adolescente era in balia della cosiddetta “Blue Whale Challenge”, la sfida della Balena Blu. Si tratta di un “gioco” di ruolo tragico che porta i ragazzini a cimentarsi in 50 giorni in varie prove di coraggio che partono da sfide elementari a sfide che mettono a repentaglio la loro stessa vita. E, infatti, spesso questa challenge finisce con il suicidio. Che però è una sorta di omicidio. Si stimano centinaia di morti in tutto il mondo: 130 solo in Russia.

LA NOVITÀ: CONDANNATA UNA 25ENNE DI MILANO

Per la prima volta a Milano è stata condannata una donna di 25 anni accusata di aver guidato dei giovanissimi a seguire queste challenge. I fatti sono di qualche anno fa, quindi lei era ancora più giovane.
In particolare, entrò in contatto con una ragazzina di 12 anni di Palermo che riuscì a convincerla a mandarle foto e a farsi dei tagli sulle braccia. Tutto fu scoperto da una giornalista che scoprì il tutto diventando amica della ragazzina fingendosi di essere una sua coetanea e che anche lei voleva giocare in questa “Blue Whale Challenge”.

L’inchiesta ha scoperto che la ragazza milanese nel 2017 aveva contattato la vittima su Facebook e Instagram con la complicità di un 16enne di origini russe. Aveva spiegato di essere un “curatore” del gioco, uno di quelli che ordina cosa fare, tra cui:

«Se sei pronta a diventare una balena inciditi “yes” sulla gamba, se non lo sei tagliati molte volte per auto punirti»

Quando la ragazzina si rifiutava, arrivavano le minacce e le intimidazioni spiegandole che sapeva dove abitava, l’indirizzo IP del suo computer e quindi di avere tutte le conoscenze per trovarla e ucciderla se si rifiutava di sottoporsi alle prove.

Il giudice monocratico della nona sezione penale del Tribunale Angela Martone ha condannato la donna con le attenuanti generiche e la sospensione condizionale della pena.

LA STORIA DELLA BLUE WHALE E COME FUNZIONA

Sembra che la Blue Whale sia stata ispirata dal suicidio di Rina Palenkova che sul social russo VKontakte documentò il suo suicidio a 16 anni postando foto e video. Da quel gesto nacque il gruppo “F57” che agglomerava informazioni inquietanti e testimonianze di persone con tendenze suicide. Era il 2015 e in Russia iniziarono migliaia di strani suicidi: almeno 1.500 ragazzi ogni anni. Da lì si è diffuso in tutto il mondo fino all’Italia dove un 15enne di Livorno si è ucciso da un palazzo di 26 piani seguendo le regole della Blue Whale Challenge.

Come funziona? Tutto parte dai “curatori” o “tutor” che dettano le regole del gioco. Sul sito di Osservatore d’Italia troviamo le 50 regole da seguire: qui scriviamo solo le prime 5, mentre il documento completo lo trovi qui.

  1. Incidete sulla vostra mano con il rasoio “f57” e inviate una foto al curatore
  2. Alzatevi alle 4.20 del mattino e guardate video psichedelici e dell’orrore che il curatore vi ha inviato direttamente.
  3. Tagliatevi il braccio con un rasoio lungo le vene, ma non troppo profondi. Solo tre tagli, poi inviate la foto al curatore.
  4. Disegnate una balena su un pezzo di carta e inviate una foto al curatore.
  5. Se siete pronti a “diventare una balena” incidetevi “yes” su una gamba. Se non lo siete tagliatevi molte volte. Dovete punirvi.

Non scriviamo le altre perché non vogliamo dare ulteriori informazioni che potrebbero stimolare qualcuno, ma certamente, se conosci qualcuno che si comporta in modo strano, è il caso di aiutarlo.

Anche se se ne parla di meno rispetto ai tempi in cui ne parlavano “Le Iene“, la Blue Whale si trova ancora nei social.

 

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Foto: Sebastiaan Stam (Pexels)