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Domanda: Nel periodo dello smart working mi sono reso conto che lavorare meno mi fa produrre di più, sono più efficiente. È solo una sensazione o è vero?

L’idea è sempre stata quella che più si lavora e più si produce, ma con il tempo la situazione è cambiata e anche grazie alla pandemia e allo smart working, abbiamo scoperto che non è importante la quantità di ore lavorative, bensì la qualità delle stesse. Questo ha spinto a ripensare i modelli lavorativi e si è scoperto che in effetti lavorare meno porta a produrre di più.

DALLE 70 ALLE 40 ORE SETTIMANALI

Parlando di numeri, nel 1891 c’erano 40 milioni di italiani che lavoravano circa 10 ore al giorno per 6 giorni a settimana per un totale di 70 miliardi di ore annue. Oggi siamo 60 milioni e le ore totali sono state 40: quindi abbiamo lavorato di meno, ma abbiamo prodotto di più. C’è chi ha fatto meglio, ad esempio i tedeschi che lavorano anche meno ore di noi producendo molto di più.
Per fare un esempio, si può lavorare per 12 ore ma se la maggior parte del tempo è passata con la testa altrove o immersi nei social, quelle ore sono sprecate e si può produrre lo stesso risultato lavorando la metà delle ore ma in modo più intenso e concentrato.

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Più si lavora e meno si rende. Prima sembrava una scusa, oggi sappiamo che è tutto vero.

MENO ORE, LO DICE LA SCIENZA!

Ora abbiamo anche delle prove scientifiche. La prima la porge la sezione giapponese della Microsoft che ha testato una settimana lavorativa di 4 giorni di lavoro e 3 di riposo vedendo la produttività salire del 40%. Un risultato enorme! In pratica la Microsoft ha concesso anche il venerdì pagato oltre al weekend e ha organizzato spesso dei workshop, delle gite e ha partecipato alle spese per i viaggi dei propri dipendenti. Meno tempo sul luogo di lavoro, dipendenti più soddisfatti (92%) e una produttività maggiore, ma anche un risparmio di consumo dell’energia ridotto del 23% e il 58% di pagine stampate in meno rispetto all’anno prima. 

Poi c’è la ricerca pubblicata dalla rivista “Social Science & medicine” secondo cui per evitare problemi di salute, anche mentale, basterebbe lavorare addirittura otto ore alla settimana: condotto fra il 2009 e il 2019 con oltre 71 mila britannici partecipanti fra i 16 e i 64 anni, lo studio ha scoperto che non ci sono state differenze nel miglioramento del benessere fra chi è passato dalla disoccupazione al lavorare da una a 8 ore a settimana e chi ha lavorato fino a 44-48 ore settimanali. «Non c’è nessuna ragione evoluzionistica o divina per cui gli umani debbano lavorare cinque giorni alla settimana», ha detto James Marriot, opinionista del “Times”, secondo cui si arriverà a meno ore: nel 1870 la settimana lavorativa era di circa 64 ore, oggi siamo intorno alle 40, e con un incremento di produttività.

 

Credit foto: stephiejo (Pixabay), Giphy

 

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