11 passi per il PERSONAL BRANDING, la soluzione contro la crisi post-Covid
Domanda: La pandemia ha messo in crisi l’azienda in cui lavoravo e ora vorrei lanciare un mio business. Come funziona il Personal Branding?
La pandemia per il Covid-19 è costata la vita a migliaia di persone ed ha portato tante difficoltà a livello economico: ha portato 945 mila posti in meno in Italia e ben 2,7 milioni persi in Ue. Dati certificati da Eurostat e dall’Istat. Il tasso di disoccupazione è salito al 10,2% e al 31,6% per quello dei giovani, con un numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni di ben 14 milioni di persone. Come reagire a questo disastro ora che cominciamo a vedere la luce?
IL PERSONAL BRANDING: PUNTA SU DI TE
Una soluzione è proprio il personal branding, come spiega Davide Caiazzo, presidente della DC Academy, ex avvocato di multinazionali e esperto nel lancio di start-up e di crescita personale.
«In un mondo sempre più digitalizzato diventa un tassello fondamentale essere presenti nel mondo digitale, è necessario farsi carico del nostro percorso professionale creando un Personal Brand che ci permetta di differenziarci e allineare il nostro talento alle opportunità che il mercato ci offre, accompagnato da una strategia di posizionamento»
Con oltre 87 mila follower su Linkedin e centinaia di webinar dedicati alla creazione del personal brand, Caiazzo ha fondato un’Academy utile per raccogliere info e suggerimenti su come presentarsi ai colloqui e su come saper valorizzare le proprie qualità, e anche una guida per aiutare i professionisti a costruire il proprio brand.
COSA È IL PERSONAL BRANDING?
Potremmo fare l’esempio di Chiara Ferragni, troppo banale. Facciamo invece l’esempio dei giornalisti e dei quotidiani. Fino a vent’anni fa, i giornalisti ambivano a scrivere per un quotidiano importante. Oggi no, oggi sono i quotidiani importanti che si combattono i giornalisti. Pensa a gente come Andrea Scanzi, Marco Travaglio, Selvaggia Lucarelli, Massimo Gramellini ecc. sono più importanti del “Corriere della Sera”, “Il Fatto quotidiano”, “Il Messaggero” ecc. Come è possibile? Perché hanno saputo trasformare se stessi in un’azienda, in un prodotto ben definito: guardi Travaglio o la Lucarelli e sai bene cosa aspettarti, e questo si vede negli spettacoli teatrali che organizzano, nei libri che scrivono, ecc.
Questo è il personal branding: trasformare se stessi in un prodotto ben definito e riconoscibile dal pubblico. Bello? Sì. Facile? No.
I LIBRI E I CORSI PER IMPARARLO
Sul web ci sono tantissimi libri che insegnano le tecniche di Personal Branding. Te ne consigliamo due.

“PERSONAL BRANDING: Il marketing è il motivo per cui ti contattano, il personal branding è il motivo per cui ti scelgono”. di Michele Liuzzi

“ALLINNERS: Nella vita hai due opzioni: o molli o vai ALL IN”. di Fabio Gallerani e Matteo Pittaluga
Il bello dei libri è che ti insegnano qualche tecnica e ti gasano da morire. Il brutto è che ovviamente non possono insegnarti tutto tutto, per quello sono preferibili i corsi. Ecco i migliori:

Migliore introduttivo: “INTRODUCTION TO PERSONAL BRANDING” (in inglese con sottotitoli in italiano). di Kimberley Barker dell’Università della Virginia. Coursera

Migliore in Italiano: “IL PERSONAL BRANDING: Come migliorare la percezione che il tuo potenziale cliente ha di te e della tua azienda” (in Italiano). di Paolo Leccese. Udemy
COME SI FA IL PERSONAL BRANDING?
Tutto bello, ma come si sviluppa il Personal Branding? Per Caiazzo ci sono 5 basi: «Onestà, lavoro quotidiano, credibilità, empatia ed essere se stessi. Occorre definire la personalità del proprio brand generando un legame emotivo che contribuisca a una maggiore fidelizzazione del cliente; bisogna usare strumenti professionali rivolgendosi a professionisti del design; lavorare per ottenere riconoscimenti rendendo tutte le comunicazioni, sia verbali che scritte, coerenti con l’identità del brand; puntare sul potere dell’identità per differenziarsi in maniera netta dal resto della concorrenza».
In teoria il percorso non è complicato:
- ANALISI DI NOI: quali sono i nostri punti di forza, le nostre debolezze, cosa ci interessa, cosa ci appassiona, cosa vogliamo fare da oggi in poi. Non ragionare con la mentalità del passato, pensa a cosa ti piace oggi, anche se apparentemente non ti porta un guadagno. Non scartare nulla, neanche il “mi piace giocare ai videogiochi”. L’importante è che ti dia quel brivido lungo la schiena, ti faccia venire la pelle d’oca. Chiudi gli occhi e pensa a lavorare in quel campo.
- ANALISI DEL COSA VOGLIAMO: Con queste informazioni, ora dobbiamo portarle sulla terra. Dire “mi piace cucinare” è una cosa, farla diventare un lavoro è un’altra. Cosa si intende per “cucinare”? Cosa ti serve? Cosa vuoi cucinare? I dolci? I secondi? Il pesce? Devi sezionare il più possibile la tua passione, e, ovviamente, devi diventare un esperto di quel campo, non basta il fatto che ti piaccia.
Ovviamente considera che da oggi in poi tu diventerai questa cosa quindi deve proprio piacerti tanto e non “giusto un po’”. Quindi prima di buttarti a capofitto, torna al punto 1. - QUANTO BUDGET? Se senti chi ci è riuscito ti dirà che è stato «per caso», «a costo zero» e cose simili. In realtà, a parte tanta pazienza, anni di lavoro con incassi 0, botte di fortuna (tipo Kim Kardashian che si fece conoscere in quanto amica di Paris Hilton ai tempi del sextape), o opportunità televisive (è il caso della De Lellis, per dirne una), dovrai investire un po’. Più investi e meglio sarà: potrai ingaggiare una società di marketing che gestirà la tua immagine, i tuoi social ecc. Potrai pagare tanta pubblicità per farti vedere, potrai acquistare i follower (sì, lo fanno praticamente tutti), ma più banalmente ti servirà un budget per acquistare l’essenziale. Vuoi cucinare? A parte lo smartphone di qualità e una connessione veloce per l’upload, ti serviranno le pentole, le padelle, gli accessori, le materie prime ecc.
Quindi stabilisci un budget. Quanti soldi vuoi spendere? - PENSA ALLA NICCHIA: Devi focalizzarti bene sull’originalità. Il concetto non è “individuare l’interesse” ma “individuare come distinguermi fra i milioni di persone che hanno il mio stesso interesse”. La parola chiave è “originalità”. Non devi pensare di piacere a 50 milioni di persone, ma inizia con il piacere a 10, a 1.000, a 100.000 ecc. Individua la tua nicchia di pubblico, tanto per ingrandirla fai sempre in tempo.
- TRASFORMALO NELLA PRATICA: Ora devi pensare a come tramutarle in pratica. Ovvero, se ti appassiona la cucina, puoi mandare i curriculum nei ristoranti (metodo vecchio) oppure puoi pensare a una strategia che passi per canali Youtube, pagine social, collaborazioni con siti tipo il nostro Quootip.it, la scrittura di libri, il merchandising ecc.
- STUDIA I CONCORRENTI: Puoi pensare tutto da zero oppure puoi vedere come hanno fatto le migliaia di persone che hanno già avuto successo nel campo che hai scelto. Comincia a seguirle, studia le loro strategie, cosa hanno fatto ecc.
- FATTI CONOSCERE: L’obiettivo iniziale è “far girare il nome”, fare in modo che la gente associ il tuo nome a quel tema quindi più se ne parla e meglio è. Devi crearti un pubblico.
- GUADAGNA: L’obiettivo successivo è quello di guadagnare con quel pubblico attraverso la realizzazione dei libri, i prodotti, i servizi ecc. Considera che è fondamentale il punto precedente perché se nessuno ti conosce, nessuno acquisterà i tuoi prodotti.
- INSISTI E PERSISTI, RAGGIUNGI E CONQUISTI: La frase di Trilussa è il dogma del personal branding. Da oggi in poi lavorerai h24, 7 giorni su 7, anche in vacanza, mentre sarai a letto malato, ecc. Non potrai mai staccare dai social, ogni giorno dovrai ricominciare da zero inventandoti qualcosa di nuovo per non farti dimenticare.
- LA CONCORRENZA: Così come tu hai studiato gli altri, se avrai successo gli altri studieranno te. Ti copieranno, ti boicotteranno, creeranno profili per venire sulle tue pagine a dire che non vali, ti criticheranno. Ci sta, è il prezzo della notorietà e del personal branding. Già, andranno anche sul personale («si veste male», «quel ciccione» ecc.) ma non stanno criticando te in quanto persona, stanno criticando te in quanto azienda / prodotto concorrente. Quindi dovrai armarti di pazienza, far finta di nulla o controbattere, reinventare un nuovo profilo e pensare nuove strategie.
- L’AZIENDA: All’inizio farai tutto da solo, poi quando avrai i lauti guadagni allora potrai assumere qualcuno che ti aiuti e allora il discorso cambierà. Puoi farlo anche da subito.
Vuoi mettere? Sarai il capo e il dirigente di te stesso, non avrai orari imposti dall’altro, farai finalmente il lavoro che ti piace e soprattutto imparerai un sacco di cose nuove: anche se ti reputi un esperto in un campo, vedrai che dovendo fare post, stories, articoli, podcast o video su quel tema scoprirai molte molte novità.
Oltre al fatto che imparerai a fare i podcast, a fare i video, a scrivere gli articoli… uff, troppe cose dovrai imparare. Un bel viaggio!
Il consiglio però, prima di buttarti, è quello di studiare perché risparmi molto più tempo rispetto all’imparare sul campo.
Foto: Austin Distel (Unsplash)
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